Secondo Jeong in un articolo recentemente pubblicato sul World Journal
of Men’s Health solo il 60% degli uomini e il 25% delle donne compiuti i
60 anni ha un rapporto sessuale almeno una volta la mese (vedi
immagine). E la percentuale declina col passar del tempo. Alcuni
lamentano problematiche fisiche, ma la maggior parte riferisce
diminuzione del desiderio. Davvero quindi la soglia dei 60 anni deve
essere considerata l’inizio della fine del sesso? “Se è vero che la
sessualità nell’età matura deve fare i conti con diversi tipi di
ostacoli, è anche vero che esiste un filo rosso teso tra il modo di
vivere il sesso nell’età giovanile e ciò che si diventerà sessualmente
al raggiungimento della senilità”. E’ l’opinione del Prof. Rosso nell’
intervista rilasciata a Come stai. “L’abilità al sesso è
paragonabile a quella per l’attività sportiva: alcuni riescono a
praticarla quotidianamente, altri in maniera saltuaria, altri ancora se
ne astengono perché imprigionati in un corpo sopraffatto da un malessere
fisico e psichico che affievolisce il desiderio”.
Gli studi più recenti della letteratura italiana ed internazionale
concordano nel rilevare un disturbo depressivo nel 40% circa degli
ultrasettantenni. “Il quadro sindromico depressivo” continua il Prof.
Rosso “costituito da un insieme di sentimenti di perdita, svalutazione
del sé, ansia, tristezza e riduzione della percezione del vigore fisico,
associata a sensazioni di scarsa efficienza o di dolore, soffoca il
desiderio e la spinta a ricercare la soddisfazione sessuale.”
Nella terza età si aggiungono poi delle modificazioni fisiologiche.
“Negli uomini si assiste ad una riduzione della produzione ormonale, con
naturale regressione degli organi androgeno – dipendenti (pene,
testicoli, scroto, peli, muscolatura), riduzione della quantità di
liquido seminale, tendenza alla precocità eiaculatoria con minore
potenza nell’espulsione del seme. Spesso dopo l’eiaculazione si verifica
una rapida detumescenza del pene e la fase di refrattarietà, cioè la
possibilità di avere una seconda eiaculazione dopo un primo rapporto, si
allunga. La capacità erettile si riduce con il passare degli anni.
Questo anche a causa di malattie come l’ipercolesterolemia, il diabete,
l’ipertensione, o dei danni causati dall’abuso di fumo o alcool. Inoltre
molti farmaci assunti in età avanzata riducono le capacità erettili:
betabloccanti, diuretici, chemioterapici, antidepressivi, psicolettici,
antiistaminici”.
E per quanto riguarda le donne? “I problemi insorgono in genere dopo la
menopausa. La ridotta secrezione di alcuni ormoni, in particolare gli
estrogeni, determina un accorciamento e una restrizione del canale
vaginale con riduzione della lubrificazione.”
“Tuttavia, nonostante le variazioni fisiologiche, le risposte sessuali
dell’uomo e della donna possono rimanere attive, seppure più lente.
Basterebbe per esempio dilatare i tempi dei preliminari e rimodulare le
aspettative di prestazione”.
E se non fosse così semplice? “La sessualità è vita” conclude Rosso.
“Più si sta in una dimensione sessuale e relazionale, più si è in
sintonia con la vera dimensione dell’esistenza. Al contrario, più ci si
allontana dalla sessualità, più si viene proiettati in un futuro di
solitudine e, quindi, in una dimensione emotiva angosciosa”. Ma l’età
che avanza non deve fare paura. Attraverso il supporto combinato di
specialisti (urologo, andrologo, ginecologo, psicoterapeuta) si potranno
affrontare i cambiamenti fisiologici. E per ogni difficoltà inerente
l'intimità sessuale può essere di aiuto un intervento psico-sessuologico
coinvolgente entrambi i membri della coppia
(il presente articolo è tratto da http://www.psychiatryonline.it/node/4424)
Vi propongo la inoltre lettura di questo interessante articolo sulla relazione tra sessualità ed età ...
http://sesso.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/09/25/l%E2%80%99amore-e-il-sesso-non-ha-eta/